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 Cristiano Vergani
 
   
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online dal
05/06/1997


ultimo aggiornamento:  08/10/2011








Il problema dei locali per fumatori

Il locale fumatori del dirigibile Hindenburg. Era tenuto in pressione positiva per non rischiare l'introduzione di eventuali fughe di idrogeno...

In effetti, rappresenta un problema molto complesso sotto diversi punti di vista:

  • problema di comfort: il fumo è irritante e maleodorante;
  • problema di salute: il fumo è un cancerogeno accertato di classe I secondo lo I.A.R.C. e, prima ancora, è causa di gravi malattie respiratorie (bronchiti croniche, enfisema polmonare) e cardio - circolatorie (angina, infarto al miocardio);
  • problema sociale: il fumo è un fenomeno sociale molto sentito, che porta le persone a schierarsi in modo pregiudizievole a seconda delle proprie convinzioni. Ne consegue che è un argomento molto difficile da discutere in modo pacato ed obiettivo;
  • problema economico: in connessione al fumo sussistono importanti interessi economici (produttori di tabacco, case farmaceutiche), in grado di esercitare, a vario livello, forti pressioni per la propria tutela;
  • problema tecnico: il fumo di tabacco è un inquinante composito, formato da un gran numero di sostanze dalle caratteristiche chimico - fisiche molto differenziate e, in un tipico locale per fumatori, può essere presente in concentrazioni molto elevate. Data la pericolosità esercitata dal fumo anche a concentrazioni molto ridotte, è estremamente difficile o impossibile garantire un basso livello di rischio anche con elevatissimi rapporti di diluizione con aria esterna (J. Repace, 2000).

Allo stato attuale, si sta faticosamente delineando una evoluzione dei requisiti tecnici dei locali fumatori, alla luce di una importante novità normativa: l'introduzione del calcolo dell'indice di rischio (ETSHI - Environmental Tobacco Smoke Harm Index) per i non fumatori esposti al fumo passivo nella norma australiana sulla ventilazione AS-1668.2-2002.

Esiste un locale per fumatori "ragionevole" ?

Riferimenti normativi sui locali per fumatori

Riferimenti bibliografici sui locali per fumatori - documenti utili

Domande e risposte che riguardano la legge sul fumo

Locali per fumatori e 626



Esiste un locale per fumatori "ragionevole" ?

Per "ragionevole" intendo che:

  • possa tutelare la salute dei non-fumatori (che naturalmente si trovino all'esterno del locale in questione);
  • possa garantire ai fumatori il massimo comfort e, se possibile, una riduzione del livello di rischio causato dalla frazione passiva del fumo;
  • possa essere realizzato in modo tecnicamente ed economicamente accessibile.

Purtroppo, la questione "locale fumatori", nel nostro Paese, è stata vista da sempre nell'ottica del "business" e mai dei risultati; chi produce depuratori d'aria si limita a piazzare il depuratore, chi produce il recuperatore di calore o il ventilatore fa lo stesso con il suo prodotto. Quasi nessuno ha considerato il problema nel suo complesso, nell'ottica dei risultati, proponendo ed utilizzando l'impianto che comprenda quanto effettivamente necessario dal punto di vista prestazionale.

Una descrizione particolareggiata di come andrebbe realizzato, a mio modestissimo parere, un locale per fumatori, vedi il seguente articolo (leggi la policy sull'utilizzo degli articoli).

Un recente lavoro sperimentale, effettuato sotto la supervisione dell'Istituto Nazionale per lo Studio e la cura dei Tumori di Milano, a cui ha partecipato anche il redattore delle presenti note, ha messo alla prova i requisiti tecnici dei locali per fumatori previsti dal DPCM 23/12/2003, a confronto con una soluzione integrata ricambio / filtrazione ad alta efficienza sull'aria secondaria. I risultati ottenuti mostrano come sia possibile, allo stato attuale della tecnica, ottenere all'interno del locale per fumatori delle concentrazioni di inquinanti persino inferiori a quelle presenti nell'aria esterna.

UNITA' OPERATIVA PREVENZIONE DANNI DA FUMO - PROGETTO UNIDE - PROVE SIMULAZIONE LOCALE TIPICO- 18/20 Novembre 2003

Riportiamo qui un grafico significativo che si riferisce alle prove effettuate nel locale fumatori: come si può notare, con il carico massimo di inquinante previsto data la superficie del locale (11 sigarette), utilizzando 800 m3/h di aria esterna di ricambio in concomitanza all'azione del depuratore (linea rossa), il livello di inquinante scende in pochi minuti al di sotto del livello presente nell'aria esterna. Con la sola ventilazione le concentrazioni medie rimangono molto più elevate, ed al massimo si può raggiungere il livello dell'aria esterna ma con un tempo più che raddoppiato (linea viola scuro). Addirittura, aumentando ancora la ventilazione i risultati peggiorano (linea azzurra), perchè si formano dei percorsi preferenziali che lasciano il fumo indisturbato in alcune zone di calma. In definitiva, un buon depuratore permette di risparmiare molta energia e di diminuire in modo molto significativo il livello di rischio per i fumatori.


Riferimenti legislativi e normativi sui locali per fumatori

N.B. le norme sono pubblicate dagli enti preposti, che pur essendo finanziati dagli utenti (associati, fondi pubblici ecc.), le rilasciano solo a pagamento e non ne consentono la libera circolazione. Quindi non è possibile pubblicarne in rete i testi definitivi. Vi sono però alcuni documenti liberamente scaricabili o consultabili in rete (anteprime limitate o addirittura l'intero testo, anche se non salvabile o stampabile). I documenti preparatori sono a circolazione limitata all'interno dei gruppi di lavoro e, allo stesso modo, non possono essere distribuiti. Le norme in attesa di pubblicazione, in fase di inchiesta pubblica, sono invece accessibili a tutti.
I provvedimenti legislativi sono consultabili sulla Gazzetta Ufficiale, molti sono disponibili in rete. Le Gazzette Ufficiali sono liberamente consultabili in molte biblioteche comunali, mentre molti documenti normativi sono a disposizione degli studenti nelle biblioteche d'Istituto o degli associati presso le sedi delle associazioni di settore (es. AICARR, CTI).

Rif. legislativi:

Legge n. 3 del 20 gennaio 2003 - Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione, G.U. N. 15 del 20 Gennaio 2003 (Art. 51 Tutela della salute dei non fumatori)

DPCM del 23 dicembre 2003 - Attuazione dell'art. 51, comma 2 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, come modificato dall'art. 7 della legge 21 ottobre 2003, n. 306, in materia di «tutela della salute dei non fumatori», G.U. n. 300 del 29-12-2003 - Allegato 1, REQUISITI TECNICI DEI LOCALI PER FUMATORI, DEI RELATIVI IMPIANTI DI VENTILAZIONE E DI RICAMBIO D'ARIA E DEI MODELLI DEI CARTELLI CONNESSI AL DIVIETO DI FUMO.

LEGGE 30 dicembre 2004, n.311 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2005), G.U. N. 306 del 31 Dicembre 2004 (Art 1, commi da 189 a 191, inasprimento delle sanzioni e destinazione dei relativi proventi)

Circolare 17 dicembre 2004 del Ministero della Salute sull'applicazione dei divieti di fumo - Indicazioni interpretative e attuative dei divieti conseguenti all'entrata in vigore dell'articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, sulla tutela della salute dei non fumatori

Annullamento parziale dei conenuti della circolare 17 dicembre 2004 ad opera del TAR (sentenza del 07/07/2005)

Rif. normativi:

ASHRAE Standard 62.1-2004 (consultabile ma non salvabile o stampabile)

Addendum 62g
Addendum 62g contains requirements for separating smoking and nonsmoking spaces to maintain the status of nonsmoking spaces.

AS 1668.2 Supplement 1—2002 (solo preview - link per l'acquisto)

Environmental tobacco smoke - Position Document Approved by ASHRAE Board of Directors
June 30, 2005


In sintesi la posizione ASHRAE è la seguente:


1- It is the consensus of the medical community and its cognizant authorities that ETS is a health risk, causing lung cancer and heart disease in adults, and exacerbation of asthma, lower respiratory illnesses and other adverse effects on the respiratory health of children.
2- At present, the only means of effectively eliminating health risk associated with indoor exposure is to ban smoking activity.
3- Although complete separation and isolation of smoking rooms can control ETS exposure in non-smoking spaces in the same building, adverse health effects for the occupants of the smoking room cannot be controlled by ventilation.
4- No other engineering approaches, including current and advanced dilution ventilation or air cleaning technologies, have been demonstrated or should be relied upon to control health risks from ETS exposure in spaces where smoking occurs. Some engineering measures may reduce that exposure and the corresponding risk to some degree while also addressing to some extent the comfort issues of odor and some forms of irritation.
-5 An increasing number of local and national governments, as well as many private building owners, are adopting and implementing bans on indoor smoking.
-6 At a minimum, ASHRAE members must abide by local regulations and building codes and stay aware of changes in areas where they practice, and should educate and inform their clients of the substantial limitations and the available benefits of engineering controls.
-7 Because of ASHRAE’s mission to act for the benefit of the public, it encourages elimination of smoking in the indoor environment as the optimal way to minimize ETS exposure.

Personalmente, trovo questa posizione ragionevole e condivisibile, fatta in parte eccezione per il punto 4), dove si afferma che le tecniche attuali non sono in grado di controllare i rischi per la salute determinati dall'ETS (anche se si ammette che è possibile una riduzione - evidenziato in rosso). Sono infatti convinto che, affinando le tecniche di ventilazione (migliore efficienza di ventilazione) ed utilizzando quanto di meglio oggi disponibile per l'abbattimento degli inquinanti sull'aria secondaria, è senz'altro possibile ridurre la concentrazione degli inquinanti alla pari o in misura inferiore a quella presente nell'aria esterna (se è accettabile il rischio garantito dai limiti esterni, non si capisce perché non deve essere accettabile anche all'interno): in questo modo, un non fumatore che entra in un locale fumatori (es. il cameriere) potrebbe contare sullo stesso rischio per la salute che correrebbe camminando sul marciapiede fuori dal locale.
Non si tratta di un risultato futuribile, in quanto, già oggi, la realizzazione di un impianto adeguato è facilmente alla portata di qualunque buon progettista, come dimostra il lavoro sperimentale più sopra descritto.


Riferimenti bibliografici sui locali per fumatori

Il Dipartimento di Prevenzione del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell'ASL 13 di Novara, ha redatto delle LINEE-GUIDA SULL’APPLICAZIONE DEL DIVIETO DI FUMO NEI LOCALI PUBBLICI (in formato .DOC).
Si tratta di un documento che contiene delle utili indicazioni per chiarire alcuni aspetti di ordine tecnico - burocratico. Non è detto che tutte le ASL seguano le stesse regole ma, senz'altro, si tratta di un utile riferimento.


Domande e risposte che riguardano la legge sul fumo

Il sito del Ministero della Salute riporta una pagina di domande e risposte che riguardano la legge sul fumo: si tratta di una risorsa molto interessante, che cerca di chiarire i molti punti controversi di questa legge.
Tuttavia, emergono anche alcune palesi contraddizioni:

ad esempio, si chiarisce (Risposta 23) che "L’art. 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3 non contempla la possibilità di attrezzare locali nei quali sia prevista la presenza contemporanea di persone che fumano e di non fumatori"; malgrado ciò, si spiega che "... i requisiti tecnici dei locali per fumatori hanno l’obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori che dovessero trovarsi in tali aree, limitando al massimo l’esposizione a sostanze cancerogene" (Risposta 24).
E poi si dice anche che: "Il Decreto Legislativo 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro obbliga il datore di lavoro ad attivarsi per la tutela della salute dei lavoratori. L’articolo 4 comma 1 (modificato dalla L. 39/2002 art. 21 c. 2) estende l’obbligo a tutti i rischi, incluso il fumo di sigarette che è cancerogeno" (Risposta 9). Più avanti, parlando dell'entità del rischio di esposizione: "L’eccesso di rischio di ictus cerebrale, dovuto al fumo passivo, è decisamente più elevato potendo raggiungere l’80%. Diversamente dal rischio di cancro del polmone, questo rischio non aumenta in proporzione all’entità ed alla durata dell’esposizione: anche un’esposizione a fumo passivo di lieve entità può avere un effetto importante sul cuore ed ulteriori esposizioni hanno effetti aggiuntivi relativamente modesti" (Risposta 64).

In buona sostanza, secondo il Ministero, i non fumatori nei locali per fumatori non ci devono essere, però i requisiti tecnici servirebbero a tutelare la salute dei dipendenti non fumatori che dovessero trovarsi all'interno !!! (ma allora i non fumatori possono esserci, purché dipendenti...). Però tali requisiti non tutelano un bel niente, perché basta una lieve esposizione ad aumentare il rischio di ictus dell'80%... cosa dovrei fare, allora, per tutelare la salute dei dipendenti ai sensi del D.Lgs. 626 ??? (vedi paragrafo sottostante...)


Locali per fumatori e 626

Nota Tecnica su Divieto di Fumo e D.Lgs. n. 626/94 – Titolo VII-bis

redatta dalla associazione "AMBIENTE E LAVORO"


 

Email: cristiano.vergani@ariacube.com