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 Cristiano Vergani
 
   
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online dal
05/06/1997


ultimo aggiornamento:  08/10/2011








Le norme UNI 10339 e UNI 13779 sugli impianti di ventilazione e condizionamento dell'aria - attualità e sviluppi

La situazione italiana e le direttive europee

Come è noto, la normativa tecnica non è “cogente”, cioè ha valore di riferimento, ma non obbligatorietà di applicazione, fino al momento in cui sia recepita all’interno di una legge o di un regolamento. In particolare, per quanto riguarda la ventilazione, poniamo il caso della norma UNI 10339 “Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura”. Tale norma, pubblicata nel 1995 e accolta con grandi aspettative come importante strumento per migliorare il benessere degli occupanti degli ambienti confinati, sta ancora completando il faticoso percorso di inserimento all’interno di tutti i regolamenti locali (regolamento d’igiene, o edilizio, oppure d’igiene edilizia, come variamente denominato). Le Regioni e le amministrazioni provinciali e comunali più attente, ne hanno recepito i contenuti già da tempo e, insieme alla Legge 10 del 1991 e al recente D.Lgs. 192 del 2005, per quanto riguarda il versante energetico, ne hanno fatto il fulcro per una moderna politica di maggiore comfort e minore dispendio energetico degli edifici. In pratica, si sta arrivando solo oggi, anche se in una parte territorialmente limitata del Paese, all’applicazione pratica dei criteri di ventilazione contenuti nella UNI 10339. Per portare un esempio recente, la Provincia di Milano ha pubblicato, nel gennaio del 2006, il Regolamento Edilizio “tipo” Provinciale (123kB formato RTF) che, nelle prescrizioni che riguardano la ventilazione meccanica, rende obbligatoria, nel non residenziale, l’applicazione della norma UNI 10339. Il regolamento è stato redatto secondo le Linee Guida (1MB formato PDF) messe a punto in collaborazione con il Politecnico di Milano ed i Comuni aderenti al Tavolo Energia ed Ambiente. Tuttavia, a partire dal 2003, il quadro normativo europeo è diventato un protagonista molto importante nel settore energetico, con l'introduzione della direttiva EPDB (Energy Performance of Building Directive): ciò ha determinato la messa in cantiere di numerose nuove norme europee EN, alcune delle quali sono destinate ad influenzare pesantemente la normativa nazionale. La maggior parte di tali norme sono state sottoposte a voto formale e ad approvazione all'inizio del 2007.

La direttiva EPDB

La Comunità Europea considera prioritario il problema del contenimento energetico nel patrimonio edilizio: per questo motivo, la Direttiva Europea 2002/91/CE (comunemente nota come EPDB, vedi sito ufficiale della piattaforma europea) ha introdotto il concetto di certificazione energetica degli edifici, invitando gli istituti normatori europei (CEN – mandato EPDB M343) a fornire i necessari supporti normativi e, allo stesso tempo, gli Stati membri a recepirne i contenuti, attraverso le norme e le leggi nazionali. Sostanzialmente, questa direttiva stabilisce dei criteri generali per la classificazione energetica dei nuovi edifici e degli edifici ristrutturati, ai quali dovranno aderire i singoli stati membri, a livello nazionale o regionale, pur nella salvaguardia delle singole particolarità. Ciò significa che, stabilite le norme di riferimento europee, esse non dovranno essere recepite automaticamente così come sono, ma è ammesso un certo adattamento legato alla situazione climatica o alla presenza di specifiche norme nazionali. Questi aspetti, tuttavia, non sono trattati in modo estremamente chiaro, tanto è vero che non tutti sono d’accordo sulla loro interpretazione. Nei fatti, le nazioni europee di più antica appartenenza alla comunità, tra le quali l’Italia, possiedono già degli strumenti normativi che comprendono in parte, o addirittura ampliano, gli argomenti della direttiva. In tal caso, si tende a conservare il più possibile le norme locali, magari incorporandovi, in caso di riedizione, i riferimenti di indispensabile recepimento. Nel caso invece, di stati di recente accoglimento nella comunità europea, la tendenza è quella di fare proprie le norme comunitarie in modo integrale, così come sono. Come già accennato, le norme correlate alla direttiva sulla certificazione energetica degli edifici sono moltissime e variamente interdipendenti tra loro. Per maggiore chiarezza, è stato approntato un documento ufficiale per elencarle tutte e chiarirne le correlazioni. Si tratta del cosiddetto Umbrella Document, dal quale apprendiamo che, tra norme CEN e norme CEN-ISO, i documenti coinvolti assommano complessivamente ad una cinquantina. Per fortuna, le norme che riguardano direttamente la ventilazione si contano sulle dita di una mano e, tra queste, per la loro importanza in relazione alla normativa nazionale esistente, intendiamo sottolineare il ruolo della EN 13779:2003 Ventilation for non residential buildings – Performance requirements for ventilation and room conditioning systems, e della prEN 15251 Criteria for the indoor environment including thermal, indoor air quality, light and noise. A completamento, dovremo prendere in considerazione anche il documento prCEN/TR 14788 Ventilation for buildings – Design and dimensioning of residential ventilation systems, che non fa parte delle norme su mandato EPBD, relativo agli impianti di ventilazione nell’edilizia residenziale (la norma nazionale UNI 10339 comprende gli ambienti non residenziali e residenziali).

Norme europee e nazionali a confronto

La norma EN 13779:2003 è stata integralmente recepita dell’uni e pubblicata come UNI EN 13779:2005 . “Ventilazione per ambienti non residenziali – prestazioni richieste per i sistemi di ventilazione e condizionamento dei locali”. Nonostante il titolo italiano, è stata pubblicata in lingua inglese, come ammesso dai regolamenti comunitari (questo fatto non faciliterà una sua grande diffusione presso i nostri progettisti). Si tratta comunque di una norma importante, in quanto introduce alcuni parametri di grande interesse come, ad esempio, la classificazione dei diversi tipi di aria presenti nell’edificio, l’efficienza di ventilazione, la classificazione dell’aria esterna, il metodo di ventilazione prestazionale, l'introduzione del controllo della temperatura operativa e dei dispositivi radianti. Poiché si tratta di una norma in continua evoluzione, prenderemo in esame la versione preliminare prEN 13779:2005, che contiene già diverse variazioni rispetto all’edizione del 2003. Innanzi tutto è necessaria una precisazione: nonostante alcuni asseriscano il contrario, il recepimento della EN 13779 come UNI EN 13779 non comporta affatto la “cancellazione” automatica della UNI 10339: come abbiamo visto precedentemente, la direttiva europea indica degli indirizzi e degli obbiettivi da raggiungere, ma non vincola alle normative europee. Se esistono delle normative nazionali di settore, esse possono recepire dalle norme comunitarie solo i punti dove queste risultano più restrittive. Inoltre, non va dimenticato il rispetto delle specificità nazionali. E ancora, nel caso in cui la norma nazionale sia in qualche modo più estesa nel campo di applicazione o più avanzata nei contenuti, essa prevarrà, per questi campi e contenuti, sulla norma europea. In realtà, è in atto un processo di armonizzazione reciproca tra la norma europea e quella italiana: reciproca perché la “comparsa” della EN 13779 è avvenuta in concomitanza con i lavori di aggiornamento della 10339 e ciò ha comportato che il gruppo di lavoro italiano si sia trovato a commentare le bozze della 13779 durante la fase di inchiesta pubblica. In questo modo, parte del lavoro di aggiornamento è stato utilizzato come “critica costruttiva” nei confronti dei punti della 13779 che, a nostro giudizio, erano meritevoli di modifica e di maggiore approfondimento. Alcuni commenti italiani sono stati recepiti nella prEN13779:2005, e compariranno nella prossima edizione ufficiale: si tratta di alcune variazioni nella classificazione dell'aria esterna e nel calcolo dell'efficienza di ventilazione. Anche gli aspetti, che riguardano il controllo dell'umidità relativa, piuttosto trascurato nella norma europea, sono in discussione. Nell'ipotesi che i lavori procedano come stabilito, la nuova UNI 10339 entrerà in inchiesta pubblica entro la fine 2007 e conterrà alcune sezioni che rappresentano una traduzione “ragionata” della prEN13779:2005 e della prEN15251, mantenendo però la struttura caratterizzata da ampi “prospetti” per categorie di ambienti, una formula particolarmente gradita ai progettisti nazionali. In più, vi saranno diversi capitoli originali, alcuni particolarmente approfonditi, come la determinazione dell'efficienza di ventilazione nella zona occupata (in base alla quale potranno essere variati i tassi di ventilazione prescritti). Saranno prese in considerazione le possibilità offerte dalla ventilazione controllata da sensori e da dispositivi di filtrazione sull'aria secondaria. Un'impronta particolarmente marcata sarà segnata dall'approccio prestazionale, che permetterà ai progettisti più evoluti e volenterosi di correlare le portate di ventilazione al mantenimento dei livelli ottimali di benessere, con il massimo contenimento ottenibile dei costi energetici. La filosofia progettuale legata al concetto di prestazione, rappresenta il tratto che più caratterizza l'insieme delle norme espresse dall'EPBD: i progettisti potranno mettere in campo tutte le soluzioni tecniche che riterranno opportune, al fine di mantenere un determinato insieme di prestazioni, in base al livello qualitativo degli ambienti prescelto in fase di contrattualizzazione. Un altro punto di sicuro interesse è rappresentato dall'introduzione dei sistemi radianti, con le relative indicazioni di progetto al fine di evitare situazioni di discomfort localizzato.

a La situazione italiana e le direttive europee
a La direttiva EPDB
a Norme europee e nazionali a confronto
a Bibliografia e link di approfondimento
 

Figura 1

Tabella1

Tabella2

Tabella3

Tabella4

Tabella5

Tabella6

Tabella7

 

 Bibliografia e link di approfondimento (commenti)

Email: cristiano.vergani@ariacube.com